9 mondays for 9 skills: fare domande
Oggi ho letto un bellissimo post di La solita mamma che riprende un appuntamento settimanale proposto da Palmy: le competenze che gli adulti dovrebbero trasmettere alle nuove generazioni. Tutto nasce dalle riflessioni di Leo Babauta, secondo cui per aiutare i nostri figli ad affrontare il futuro è necessario insegnare loro delle competenze ben precise. Una delle prime a cui ha pensato è quella di fare le domande.
Penso che questa sia una competenza bellissima, da non dare affatto per scontata. E’ vero, i bimbi sono spesso curiosi e hanno voglia di capire meglio quello che accade intorno a loro, ma come mamma di una bimba di tre anni, ho notato che spesso lei dà per scontate e certe tantissime cose. Del resto, con le millemila cose da conoscere e scoprire, alcune vengono semplicemente registrate e archiviate. Su altre invece si sofferma e chiede, più volte, e ancora, e non si ferma più..
Questo forse è un momento delicato perché il modo in cui gli adulti reagiscono alla voglia di scoprire può trasmettere, senza reale volontà, messaggi contraddittori. Rispondere di fretta, senza guardare il bimbo, perché siamo alle prese con altre incombenze può far intendere che la domanda è inopportuna, che è preferibile non fare domande. C’è solo una cosa che mi preoccupa più della possibilità che non faccia domande, ed è quella che non si ponga delle domande. Ma sembra che al momento questo rischio non ci sia:
E’ da qualche mese che cerchiamo di far capire alla nostra piccolina che ognuno dorme nel proprio letto, tutti hanno il loro posto per dormire.
Issa al papà: “Volio domire con te”
Papà: “Ognuno dorme nel suo letto”
Issa: “Ma tu e la mamma dormite insieme”
Papà: “io e la mamma siamo sposati e dormiamo insieme*”
Issa accetta la spiegazione ma comincia a riflettere..
Il giorno dopo a casa dei nonni:
Issa: “Nonna, tu e il nonno dormite insieme, siete sposati?”
Direi un’ottima deduzione! 🙂
L’ho pensato anch’io 😉
un libro bellissimo che ti consiglio è “le piccole virtù” di natalia ginzburg, spiega come ai figli si dovrebbero insegnare le cose davvero importanti senza troppa ossessione per le piccole virtù che poi, spesso, lasciano il tempo che trovano. Io l’ho trovato meraviglioso.
Grazie Serena, non conoscevo questo libro ma quel che dici mi incuriosisce. Della Ginzburg ho letto solo Lessico famigliare che ho molto amato.
Ricordo benissimo, nonostante gli anni ormai trascorsi, la catena infinita dei “perchè?”, alla fine della quale avevi davvero esaurito tutto, cercando comunque di evitare il fastidioso e un po’ riduttivo “perchè sì”.
Mai però sottovalutare le risposte che si danno: loro assorbono tutto, come spugne e poi rilasciano al bisogno…..
A proposito: sono sposati, vero, i nonni??????
Goditi appieno questa che è, in assoluto, un’età meravigliosa.
Baciotto cara
P.S.: per ora non dire alla piccola Issa che nel mio lettone dorme anche la gatta: non credo capirebbe questo strano matrimonio “a tre”!!
E’ vero bisogna stare sempre attenti a ciò che si dice e non è così facile.. Luke si è poi pentito di aver fatto riferimento al matrimonio (e le coppie di fatto dove le mettiamo??) ma in quel momento la risposta gli è venuta così.
P.S. per ora bocca cucita anche perché poi lo vorrebbe anche lei il gattino nel letto !
La piccola Issa fa domande incrociate eh?! Anche i miei fanno così. hanno bisogno di conferme. il problema è quando le risposte sono simili, ma non identiche…
Brava Issa!
Immagino la faccia dei nonni alla domanda se erano sposati e dormivano insieme ;)))!
Grazie del tuo bellissimo post!
🙂 La nonna l’ha guardata a bocca aperta perché all’oscuro dell’antefatto eh eh
adesso siamo sotto controllo, ogni cosa che viene detta o fatta viene registrata e valutata: non abbiamo scampo 🙂
grazie a te per lo spunto, al di là di quanto scritto nel post questa iniziativa mi/ci ha spinto a riflettere su cose che diamo spesso per scontate!
Piacere di averti conosciuta! le domande dei figli e i loro perché… in effetti i “perché” dei figli sono una tappa che tutti i genitori ricordano. E le domande scomode ancor di più… ma quelle vengono dopo…
Ciao Palmy, ecco sapere che la tappa successiva è quella delle domande scomode mi fa apprezzare la fase dei perché 😉
Ho girovagato per il tuo blog, è davvero stimolante, e questa iniziativa che hai lanciato/ripreso mi piace molto perché mi ha spinto a riflettere su qualcosa che davo per scontata, grazie!
Che tenera la tua bimba! Queste tue riflessioni fanno affiorare il ricordo di anni passati a cercare di rispondere alle loro molteplici domande. Posso dire che questo è il periodo in cui inizia il “dialogo” con i genitori, ci vuole solo tanta pazienza!
Buona serata
olga
Ecco, la pazienza, cara Olga, è una di quelle virtù che non ho mai padroneggiato molto bene, ma devo ammettere che sono molto migliorata 🙂
Buona giornata.
4 anni fa la Tata, duenne curiosa, chiese alla mamma:
“Mamma, ma io ce l’ho il papà?” Attimo di sbandamento di noi adulti.
Ci ha tolto dai pensieri lei stessa piccolina:
“Ma tanto io ho il nonno!”
Vedi che i bambini hanno la capacità di porre domande e di darsi anche risposte, alle quali noi adulti dobbiamo dare un rscontro.
La Tata aveva la curiosità della sua situazione, perchè gli altri bambini al nido avevano un papà con il quale giocare e farsi vedere a spasso, mentre lei sempre e solo la nonna, la mamma o il nonno..
Fantastica la Tata 🙂 I bambini hanno risorse che spesso ci stupiscono
I bimbi prendono sempre sul serio tutto quello che gli si dice 😀 e poi diventa una regola!
ce ne siamo accorti!! continuiamo a ripeterci che dobbiamo stare attenti a quello che diciamo 😀
un’altra competenza fondamentale per me è “chiedere aiuto”, non vergognarsi, non sentirsi deboli, non sentirsi inadeguati: se qualcosa
non l’abbiamo capita o ci resta difficile è fondamentale chiedere aiuto…ma non so come inculcarglielo nelle testoline, visto che io per prima ancora non sono ben capace…
Saper chiedere è una bella risorsa, insegnarlo ai nostri bimbi è davvero difficile se non lo facciamo noi adulti. Anche noi non siamo un bel modello visto che Issa alla frustrazione reagisce con la rabbia o con l’abbandono…